Intervista CFO Glass to Power

Glass to Power: l’energia invisibile

Intervista a Guido Massari, CFO di Glass to Power, azienda in campagna crowdlisting su Opstart

Glass to power è una startup innovativa nata a Milano nel 2016 che, grazie a una particolare nanotecnologia, permette alle vetrate degli edifici di raccogliere l’energia solare e in questo modo di garantire l’autosostentamento energetico degli edifici.

Glass to power ha lanciato 2 campagne di equity crowdfunding di successo su Crowdfundme, la prima nel 2017 chiusa con 183.750€ di raccolta e la seconda nel 2018 con 2.250.000€. 

L’azienda ha lanciato nelle ultime settimane una campagna di crowdlisting su Opstart. Per scoprire tutti i dettagli della loro offerta abbiamo intervistato Guido Massari, CFO e co-founder di Glass to Power.

Come nasce l’idea Glass to Power?

A metà del 2016 due professori dell’Università di Milano Bicocca (Francesco Meinardi e Sergio Brovelli) hanno messo a punto e pubblicato degli articoli relativi a una tecnologia basata su nanoparticelle in grado di raccogliere la luce solare visibile, risolvendo un problema tecnologico che durava da decenni. Partendo da questo assunto, Emilio Sassone Corsi (attuale Amministratore Delegato), il sottoscritto (CFO) e un gruppo di soci fondatori (undici, per l’esattezza), con un capitale sociale di 300.000 €, abbiamo deciso di fare un proof of concept con l’obiettivo di produrre e commercializzare delle vetrate fotovoltaiche trasparenti, una vera rivoluzione per le smart cities del futuro.   

Ci può raccontare quali sono le tecnologie alla base di Glass to Power?

Noi produciamo delle nanoparticelle a base di indio (grandi appena qualche milionesimo di millimetro e totalmente inorganiche), in grado di assorbire la luce solare a qualsiasi frequenza e di riemetterla a frequenza infrarossa costante. Tramite un opportuno veicolo (i Concentratori Solari Luminescenti) quest’energia viene convogliata dalla superficie del plexiglass, in cui le nanoparticelle sono disperse, verso il bordo della vetrata, su cui delle strisce fotovoltaiche ad alta efficienza effettuano la conversione dell’energia da ottica a elettrica. Di fatto si ottiene un pannello fotovoltaico semitrasparente. La resa è del 10% circa (15-20 watt/mq) rispetto a quella di un buon pannello fotovoltaico classico, ma con l’enorme vantaggio di lasciar passare gran parte della luce. Il nostro target sono grandi edifici, come grattacieli dotati di vaste superfici vetrate, che noi potremmo rendere energeticamente attivi.

Avete già stipulato qualche contratto di fornitura?

La certificazione CE è arrivata solo a gennaio 2021 e il prodotto è finalmente vendibile sul mercato. Nel periodo precedente sono state effettuate diverse installazioni dimostrative che hanno permesso di verificare e validare ampiamente i precetti teorici alla base della nostra idea. Il nostro team commerciale ha ricevuto numerose richieste da parte di studi di architettura e costruttori edili, molto interessati al nostro prodotto, noi dobbiamo solo aumentare la capacità produttiva. 

prototipo glass
Immagine 1: prototipo Glass to Power

Perché avete scelto il crowdfunding per finanziare la vostra idea?

Inizialmente acquistavamo le nanoparticelle da un laboratorio americano al prezzo di circa 1.000 $ al grammo e le utilizzavamo per le nostre prove all’interno delle lastre, perdendo così un’enormità di tempo e di denaro. Volendo cambiare approccio e costruire un nostro laboratorio di produzione delle nanoparticelle, nostro attuale core business, il crowdfunding era lo strumento perfetto per completare l’aumento di capitale a cui i soci erano in grado di arrivare da soli. Nel 2018 la campagna era più strutturata, per permettere l’acquisto dei brevetti dall’università. Il risultato è stato ottimo: 2.250.000 € raccolti in meno di due mesi e business plan rispettato. 

Può spiegare meglio al pubblico cos’è il crowdlisting?

Si tratta di un crowdfunding finalizzato a una quotazione su un listino. Discutendo con Opstart, che ce l’ha proposto, abbiamo scelto Euronext a Parigi. A differenza di una IPO vera e propria, in cui si vanno a cercare gli investitori durante la quotazione stessa, nel crowdlisting si fa prima il crowdfunding e successivamente un listing tecnico ben determinato. E’ stato scelto innanzitutto per offrire una way out ai nostri circa 600 soci derivanti dalle campagne precedenti e in secondo luogo perché è una modalità che ci permette di strutturarci in modo da risultare più appetibili anche per investitori professionali. 

Terminata la raccolta fondi cosa si deve verificare affinché l’operazione vada a buon fine?

Abbiamo un listing sponsor con cui abbiamo stipulato un contratto e che ci sta seguendo. Siamo fiduciosi di riuscire ad essere quotati su Euronext entro la fine dell’estate, quindi settembre 2021.

Quali sono gli obiettivi che volete raggiungere?

Dopo 5 anni di vita, una fabbrica di nanoparticelle costruita a Rovereto e l’acquisizione dei brevetti universitari che ora sono un asset interno all’azienda, la startup ha bisogno di crescere a livello di capacità produttiva. Siamo sicuri di avere un prodotto realmente dirompente, finalizzato, coerente e con margini di applicazione enormi, non solo in Italia. Abbiamo la necessità di investire in asset importanti per produrre sempre più nanoparticelle. Servono 10 grammi di nanoparticelle al metro quadro e oggi siamo arrivati a produrne 250 grammi al giorno (sufficienti per 30 mq di finestre). Se vogliamo raggiungere capacità produttive che soddisfino le richieste di grandi costruttori dobbiamo aumentare la nostra “potenza di fuoco”.

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Immagine 2: laboratorio nanoparticelle

Vuole aggiungere qualcosa?

Vorrei sottolineare quanto la nostra azienda sia votata al green, i nostri criteri ESG (Environment Social & Government) dimostrano che Glass to Power è in linea con l’orientamento industriale del futuro. Inoltre un’analisi globale dei competitor che abbiamo affidato a Phiplips Consulting ci ha rivelato come tutti i competitor siano in realtà dei potenziali partner, in sinergia con i quali potremo davvero raggiungere l’obiettivo ZEB o NZEB

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– About Us –

Startups Wallet è un portale di equity crowdfunding che permette di aggregare le varie campagne presenti sui diversi siti  autorizzati dalla Consob (CrowdfundmeMamacrowdOpstarBackToWork200Crowd e molti altri). In questo modo non sarà più necessario perdere tempo nel ricercare i diversi portali e quindi i potenziali investimenti all’interno di ognuno di essi.

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