DigitalRehab realizza la sua prima campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Opstart
Come nasce DigitalRehab e con quale obiettivo primario?
DigitalRehab è nata a Milano nel 2021 come start up innovativa per ricercare, sviluppare e commercializzare terapie digitali per la riabilitazione. La medicina sta cambiando, la tecnologia digitale la sta trasformando e si sta dunque affermando un nuovo modello di medicina chiamata medicina digitale in cui il software ha un ruolo fondamentale sia nel misurare le prestazioni del corpo umano che nell’erogare interventi terapeutici veri e propri.
Partendo da questa analisi, un gruppo di soci molto noti nel settore, come Roberto Ascione fondatore di Healthware Group e io stesso, fondatore di altre due start up digitali di terapia digitale, ci siamo riuniti ed abbiamo deciso di dare vita a DigitalRehab. Avevamo riscontrato che la riabilitazione, una tra le aree fondamentali della medicina, risultava essere anche tra quelle più trascurate in assoluto. La popolazione invecchia, ha sempre più bisogno fare esercizio fisico per recuperare o mantenere le proprie capacità funzionali però l’accesso alla riabilitazione risulta essere molto difficoltoso e il numero di fisioterapisti è molto basso rispetto ai bisogni.
Vi era quindi un’opportunità ossia la possibilità di utilizzare una tecnologia che era stata sviluppata ma non ancora ingegnerizzata. Per questo siamo partiti acquisendo una licenza che ci permetteva di avere una base di partenza da cui cominciare.
Chi sono i vostri competitor e in cosa DigitalRehab si differenzia da loro?
La riabilitazione è un ambito della medicina in cui si fa compiere al paziente una serie di esercizi ripetuti, mirati, selezionati dal fisiatra e supervisionati dal fisioterapista. Di competitor ce ne sono diversi e ognuno utilizza determinate tecnologie. L’obiettivo principale di DigitalRehab è la ricerca, lo sviluppo e, in futuro, la commercializzazione di un prodotto sperimentale chiamato AuReha ossia Augmented Rehabilitation, riabilitazione aumentata. Si tratta di una terapia digitale basata sulle potenzialità della tecnologia che, mediante sensori, misura le performance del paziente e, attraverso giochi interattivi, eroga l’intervento. Parliamo di una particolare tipologia di giochi chiamati serious games (giochi seri) che non hanno una vera funzione ludica ma servono a far compiere esercizi di riabilitazione. In questo modo si riesce a coinvolgere maggiormente il paziente e a motivarlo.
Alcuni competitori utilizzano ad esempio il Kinect di Microsoft oppure un solo sensore. Noi con DigitalRehab utilizziamo una catena di sensori ossia il paziente indossa indumenti fatti di un tessuto che contiene una serie di sensori in grado di misurare con precisione la posizione delle braccia e delle gambe nello spazio e tutti i movimenti correlati. Per noi la certezza e l’accuratezza del dato di misurazione sono fondamentali. Altri sistemi diversi dal nostro sono molto generici poichè permettono di vedere il movimento ma non di misurarlo.
Il nostro obiettivo è quindi rendere oggettiva la riabilitazione: non un occhio esperto ma un numero. Vogliamo offrire un tipo di riabilitazione guidata dai dati, generati dai sensori. Dunque, considerata questa nostra modalità di riabilitazione direi che non credo ci siano competitor in questo momento.

Che cosa sono i Digital Therapeutics?
I Digital Therapeutics rappresentano un intervento terapeutico, come di fatto potrebbe essere un farmaco. Si tratta di una tecnologia sanitaria di intervento. Nel campo della medicina digitale, il software applicato alla salute permette centinaia di migliaia di applicazioni di cui, gran parte, utili al benessere di chi non ha nessuna malattia ma che desidera un supporto per stare ancora meglio.
Un esempio? L’insonnia. Ci sono molte persone che dormono male in alcuni periodi. Dunque per migliorare la qualità del sonno si può optare per integratori alimentari ma anche per l’utilizzo di applicazioni digitali. DigitalRehab rappresenta un sottoinsieme della medicina digitale. Vi è il paziente, il medico e la tecnologia digitale.
Solitamente, quando si fa un controllo medico specifico in ambulatorio, il medico e/o il fisioterapista hanno pochi minuti a disposizione per valutare la situazione clinica del paziente. Con la medicina digitale vi è una rivoluzione, l’utilizzo dei sensori tecnologici permette infatti la misurazione e la valutazione, ad esempio della camminata, per tutto il giorno e in modo continuativo. Inoltre vi è l’erogazione dell’intervento nell’ambito della malattia cronica. Si individuano determinati comportamenti nel paziente come la causa, spesso primaria, di una malattia. Infatti il paziente mangiando male, facendo poca attività fisica o essendo vittima dello stress, provoca la sua malattia o una parte di essa. Le tecnologie digitali intervengono proprio per modificare quei comportamenti dannosi per la salute della persona in modo tale da renderli funzionali alla sua salute.
Ad esempio, è possibile trattare una serie di malattie che colpisce la salute mentale come ansia, depressione, insonnia oppure malattie metaboliche come il diabete, malattie oncologiche o intervenire sulla disabilità motoria.
Chi propone l’esercizio al paziente non è in questo caso il terapista ma software. Il terapista ha un ruolo fondamentale poichè sarà lui a fare la supervisione così come anche il fisiatra che selezionerà gli esercizi più appropriati per quel particolare paziente con quella determinata condizione.
Perchè l’equity crowdfunding?
Per due motivi. Il primo è ovvio: abbiamo necessità di risorse. AuReha è la prima tecnologia da noi sviluppata che riguarda la riabilitazione motoria ma vorremmo approcciare anche la riabilitazione cognitiva, relativa alle capacità funzionali mentali del paziente, ed altre tipologie di riabilitazione. Uno degli aspetti che ci distingue dai competitori riguarda il fatto che le tecnologie che noi sviluppiamo sono basate sulla sperimentazione clinica così da poter affermare che il risultato da noi proposto è dato da una verifica sperimentale. É un percorso ovviamente impegnativo poichè la modalità con cui vorremmo sviluppare le nostre terapie digitali è la stessa con cui si sviluppano i farmaci. Nessuno infatti ha dubbi sull’efficacia dei farmaci poichè questi sono oggetto di verifiche da parte delle autorità regolatorie.
Noi vogliamo usare lo stesso modello di sviluppo proprio garantire l’efficacia delle nostre terapie. La sperimentazione clinica costa molto e quindi grazie ai fondi che otterremo dalla campagna di equity crowdfunding potremo concentrarci molto su questa attività.
Il secondo motivo per il quale abbiamo optato per l’equity crowdfunding riguarda il fatto che con DigitalRehab parliamo di un nuovo modello di medicina: la medicina abilitata dal software. Vogliamo coinvolgere persone competenti in questo nostro progetto che partecipino insieme a noi alla diffusione della medicina digitale in Italia.

Perchè investire in DigitalRehab?
I modelli di medicina cambiano ciclicamente. La Medicina ha sempre le stesse finalità però, nel tempo, cambiano le tecnologie utilizzate. Oggi l’ambito medico che ricorre all’uso della tecnologia è definito “medicina digitale” ma fra cinque o dieci anni si parlerà semplicemente di Medicina, considerato che probabilmente la digitalizzazione invaderà tutti i suoi aspetti.
DigitalRehab sicuramente, per l’Italia, è una tra le poche realtà che punta ad una stretta unione tra medicina e tecnologia. Ci basiamo sulla sperimentazione clinica e operiamo in un’area in cui abbiamo rilevato un grandissimo bisogno, quella della riabilitazione. Abbiamo un team particolarmente qualificato difatti abbiamo assunto bioingegneri provenienti dal Politecnico di Milano ed abbiamo un network molto importante e consolidato.
Quali obiettivi vorreste raggiungere con i fondi raccolti dalla campagna?
Da un lato ci concentreremo tantissimo sulla sperimentazione clinica della terapia digitale per la riabilitazione e dall’altro investiremo in comunicazione e marketing. Tra i nostri obiettivo vi è infatti la comunicazione e l’ascolto rispetto al fisiatra, al fisioterapista ed al paziente. Infatti per DigitalRehab il paziente ha un ruolo che non ha nella medicina traduzionale, dove del farmaco conosce solo il colore e quando assumerlo. Nel mondo digitale il paziente gestisce personalmente i dispositivi poichè è lui che li utilizza dunque ha un ruolo molto diverso. È un paziente attivo, si informa sulla salute ed è partecipe. Senza la sua collaborazione nell’utilizzo delle tecnologie non avviene la riabilitazione, non c’è la medicina digitale. Per questo per noi è molto importante conoscere e ascoltare le sue esigenze.
Stiamo per attivare un gruppo di guida costituito da pazienti e pazienti esperti che ci orienterà e consiglierà. In particolare, il paziente esperto è una tipologia di paziente che ha da una parte l’esperienza vissuta con la sua malattia, dall’altra ha studiato l’applicazione delle tecnologie digitali nell’ambito della salute.

C’è qualcos’altro che vuole aggiungere?
AuReha rappresenta solo la tessera di un mosaico che si va componendo un po’ alla volta e la velocità con cui si compone dipende anche dal coinvolgimento di tutta la popolazione, di tutti i pazienti ma anche della società civile. L’Italia è un po’ indietro rispetto agli altri Paesi europei in campo di tecnologie digitali.
É dunque necessaria un’accelerazione in campo digitale, già avviata anche a causa della pandemia del Covid19.
In generale il mondo sta dimostrando di accogliere positivamente l’innovazione e la tecnologia digitale in ambito medico e con DitalRehab ci poniamo come propulsori di questo concetto. Mi rendo conto che il nostro è un progetto ambizioso, ma sono consapevole che la nostra realtà si basa sulla concretezza, elemento che deriva dalle persone di grande valore che costituiscono il nostro team.
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