Intervista al Ceo di Ogyre, Antonio Augeri

Ogyre realizza la sua prima campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Mamacrowd 

Ogyre, la prima piattaforma online per attivare il recupero di rifiuti dal mare da parte delle comunità di pescatori. Qui di seguito l’intervista rivolta al CEO, Antonio Augeri, che ci descrive nei dettagli la mission del progetto e gli obiettivi che Ogyre ci è prefissata di raggiungere, considerando anche lo scopo della campagna di crowdfunding.

Come nasce Ogyre e con quale obiettivo?

L’obiettivo con cui nasce Ogyre è quello di ripulire i mari attraverso le persone e la tecnologia. In particolare ci rivolgiamo alle comunità di pescatori di tutto il mondo, che sono in mare tutti i giorni e dispongono di imbarcazioni per cui possono avere un impatto grandissimo nel recupero dei rifiuti. La nostra mission è quindi sensibilizzare queste comunità rispetto al problema dei rifiuti in mare poichè, purtroppo, i pescatori stessi sono parte del problema. 

Ogyre sta per ocean-gyre. I gyre sono quei vortici che si creano nelle acque dell’oceano che a causa degli scambi tra correnti di acqua calda e fredda, conosciuti in particolar modo per quelle isole di plastica che si sono andate a creare nel tempo, come ad esempio il Pacific Trash Vortex

Chi sono i vostri eventuali competitor e in cosa Ogyre si differenzia da loro? 

Rispetto al nostro business model, soprattutto per quanto riguarda l’attività in mare, possiamo definirci first mover.

Esistono però già piattaforme che funzionano in maniera simile alla nostra, legate però alla CO2. Ad esempio in Italia abbiamo Treedom, che mette insieme persone ed aziende con l’obiettivo di piantare nuovi alberi. Il nostro lavoro è simile però verticale sul mare per il recupero dei rifiuti. Come possono partecipare le persone o le aziende al nostro progetto? O finanziando direttamente i pescatori oppure acquistando prodotti realizzati con la plastica raccolta dal mare

Ci sono alcune startup a livello globale che sono un pochino diverse da Ogyre, ad esempio c’è 4ocean , azienda americana b2c, che è  più verticale sul prodotto. Inoltre vi è Plastic Bank che si occupa principalmente della raccolta dei rifiuti a terra e meno dei progetti con le aziende. 

Ogyre
Foto di ogyre.com

Perchè avete pensato all’equity crowdfunding?

Abbiamo deciso di fare una campagna di equity crowdfunding percheè secondo noi il progetto si sposa molto con temi sensibili e mette insieme il concetto di impact investing, quello che noi definiamo “business for good”, cioè un progetto imprenditoriale che però ha anche un fine sociale e, in questo caso specifico di Ogyre, legato alla sostenibilità ambientale. Allo stesso tempo vediamo il crowdfunding come un’opportunità per farci conoscere e valutare quindi che tipo di riscontro da parte degli investitori. 

Perchè investire in Ogyre?

Secondo me i motivi sono molteplici. Innanzitutto Ogyre è un progetto con un grande potenziale in un mercato che si sta espandendo in maniera molto forte, quello delle CSR (Corporate Social Responsability). Ad oggi le aziende hanno l’obbligo morale di mettere la sostenibilità al centro della propria strategia di comunicazione per rimanere attive sul mercato nei prossimi dieci anni. C’è quindi un’opportunità sia lato revenue sia riguardo un modello di business innovativo che unisce la parte imprenditoriale con quella sociale. 

Quali obiettivi vorreste raggiungere con i fondi raccolti dalla campagna?

Gran parte dei fondi verranno utilizzati soprattutto per strutturare il nostro team e sviluppare l’aspetto legato al B2B, rinforzando il settore del marketing e delle vendite. La restante parte verrà destinata al settore della tecnologia per creare una sorta di piattaforma all’interno della quale poter tracciare tutta la filiera legata alla raccolta dei rifiuti e alla trasformazione degli stessi in prodotti.

Scopri tutti i dettagli delle campagne in corso ora:

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