Glovo, il crowdfunding spagnolo ha sfornato un unicorno!

Glovo, Il food delivery e gli unicorni, gli ingredienti perfetti!

Le startup innovative, valutate almeno un miliardo di dollari vengono definite “unicorni” nel gergo tecnico. Rappresentano una tra le conferme dell’esistenza di un ecosistema dell’innovazione che funziona, ricco e diversificato.

In questo “magico” universo degli unicorni europei, si evidenzia Glovo, startup spagnola di on-demand delivery molto diffusa e utilizzata anche in Italia. Questo round rappresenta una pietra miliare per l’equity crowdfunding (per approfondimenti sull’equity crowdfunding leggi il nostro articolo) spagnolo, ma anche italiano in quanto è in grado di farci comprendere realmente il potenziale moltiplicatore dell’investimento in startup qualora si riuscisse a trovare il cavallo vincente. Glovo e The Crowd Angel diventano il primo caso di successo di equity crowdfunding in Spagna, un esempio da seguire anche dalle realtà imprenditoriali italiane.

Glovo e l’equity crowdfunding.

Glovo è stata lanciata alla fine del 2014 a Barcellona da due imprenditori, Sacha Michaud e Óscar Pierre (lista Forbes under 30), che avevano maturato questa idea negli anni: creare un’app dove gli utenti potessero ordinare qualsiasi tipo di prodotto da ricevere a casa loro

Prima che il nome di Glovo fosse così noto e che il suo successo diventasse importante, sia il team che gli investitori della piattaforma di equity crowdfunding spagnola The Crowd Angel, l’attuale Dozen Investments, avevano già notato la qualità dell’idea, del progetto e del team dietro di esso. 

Glovo rappresenta infatti uno dei case history di successo di Dozen Investments, il cui slancio non ha contribuito solo allo sviluppo della startup dal punto di vista finanziario, ma anche alla crescita e alla diffusione del suo business.

Dozen Investments, una volta selezionati i progetti, li presenta ai propri investitori. Nel caso di Glovo, durante i primi giorni la possibilità di acquistare azioni della società era disponibile solo per gli investitori della piattaforma. Esclusività mantenuta per una settimana, durante la quale è stato raccolto poco più della metà del totale raccolto nell’intera campagna. In seguito, il progetto è stato aperto a chiunque volesse partecipare e in cinque giorni è stato chiuso il resto dell’investimento con un raccolto finale di 312.000 euro (tetto  massimo di investimento) tramite 61 crowd angels (investitori). Il successo è stato tale che, anche dopo la fine della campagna, Dozen Investments ha continuato a ricevere richieste di investimento da molte parti interessate.

La velocità con cui è stato raccolto il finanziamento (11 giorni in totale) e l’importo raccolto, una parte significativa di un round più grande che avrebbe raggiunto 1,5 milioni di euro, hanno reso il progetto di Glovo uno dei record di Dozen Investments. 

Gli investitori della piattaforma all’epoca chiamata Crowd Angel hanno effettuato l’investimento nel 2015 insieme a Antai Venture Builder, in un successivo round nel 2016 si è unito ad altri prestigiosi investitori come Seaya Ventures, Bonsai Venture Capital e il fondo israeliano Entree Capital.

 

Glovo
Immagine di glovoapp.com

Glovo verso la quotazione in Borsa nel 2022: operazione da 2 miliardi.

Glovo ha annunciato la chiusura del round di finanziamento serie F da 450 milioni di euro, guidato da Lugard Road Capital e Luxor Capital Group, con la partecipazione inoltre anche dei precedenti investitori. 

Gli investimenti di tale round serviranno per rafforzare i suoi nei 20 mercati dove Glovo opera, con particolare focus sullo sviluppo del Quick Commerce: il servizio di consegna a domicilio della spesa e di altri prodotti in pochi minuti in qualsiasi momento della giornata (per non rimanere indietro rispetto ai suoi competitor come gorillas e getir). 

Glovo sta lavorando alla crescita delle categorie spesa e retail innanzitutto attraverso accordi con importanti partner locali, e allo stesso tempo investendo sull’espansione dei propri centri di stoccaggio di beni di largo consumo: i dark store situati nei punti nevralgici delle città. L’obiettivo è avere una rete di 200 dark store nel mondo per la fine del 2021.

Secondo quanto riferito dal quotidiano Cinco Dias, il valore dell’operazione di quotazione in Borsa potrebbe raggiungere i 2 miliardi di euro. La società ha chiuso l’esercizio finanziario del 2020 con un fatturato complessivo di 360 milioni di euro e con una perdita di 51,4 milioni di euro, molto lontana dai 238,5 milioni dell’anno precedente. I conti riflettono la vendita della sua attività in America Latina nel settembre 2020 per 230 milioni. Il principale azionista di Glovo è uno dei suoi principali concorrenti, la società tedesca Delivery Hero, che controlla il 47 per cento del capitale, mentre il resto dell’azionariato è diviso tra vari fondi di investimento, tra i quali: Gp Bullhound, Drake Enterprise, Korelya, Pernod Ricard e Mubadala, il fondo sovrano di Abu Dhabi. Il team di gestione e i suoi consulenti stanno valutando se effettuare contemporaneamente una vendita di azioni e un aumento di capitale per debuttare in Borsa.

 

Food delivery supera 1,4 miliardi di euro nel 2021.

Il trend che riguarda la consegna dei cibo a domicilio pervade sempre più le abitudini degli italiani. Il food delivery nel 2021 è cresciuto con un ritmo sostenuto (+56%) e supera gli 1,4 miliardi di euro, secondo l’ultimo Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano. L’ampliamento dell’offerta è il primo elemento che spiega lo sviluppo di questo comparto, sia in termini di nuovi ristoranti che attivano e-commerce, sia per la maggior copertura territoriale del servizio verso i comuni più piccoli.

Delivery
Immagine rappresentativa del Delivery

Casi di successo di delivery italiani nel 2021.

Vediamo ora nel particolare alcuni casi di successo del 2021 appartenenti al settore delivery italiano.

Everli, marketplace della spesa online fondato nel 2014 come Supermercato 24 e ribattezzato Everli nel luglio 2020, consente di scegliere il supermercato di fiducia tra quelli dell’area circostante e i prodotti preferiti all’interno di una vasta offerta. L’ordine effettuato online viene affidato a uno shopper, che si reca al punto vendita e fa la spesa per conto del cliente, consegnandola poi a casa o all’indirizzo desiderato all’orario concordato. Grazie all’esperienza utente semplice e intuitiva e all’ampia gamma di scelta di insegne, prodotti e offerte, Everli riduce le complessità della spesa per i clienti, favorendo la parte più piacevole dell’esperienza d’acquisto. In autunno 2021, stipula un accordo con Carrefour, ribadendo l’alleanza fra i due, cominciata da tempo in Italia e Polonia. Inoltre, si prevedono nuove partnership, in funzione dell’entrata di Everli in altri mercati coperti dal colosso francese. Carrefour diventa così il primo grande distributore collegato alla piattaforma italiana, attualmente operativa in dieci città: ancora Lione, e poi Nizza, Tolosa, Bordeaux, Montpellier, Lille, Nantes, Grenoble, Strasburgo e Rennes. In concomitanza Everli, che ha chiuso il 2020 con un fatturato di 110 milioni di euro, ha raggiunto, in Italia, un altro importante accordo, con Bimbostore, insegna di Prénatal Retail Group.

Inoltre, dopo aver chiuso un round di investimenti Serie C da 100 milioni di dollari,  Everli ha annunciato un piano di espansione in Germania e Romania.

Il 2021 di Cortlia invece, startup che ha creato un ecommerce di prodotti agroalimentari a filiera corta, è partito con un nuovo round di finanziamento da 34 milioni di euro, l’ingresso di Renzo Rosso nel capitale come nuovo investitore e la trasformazione in società benefit. Quest’anno ha inoltre inaugurato una nuova sede di 50mila metri quadrati alle porte di Milano. Al nuovo round hanno partecipato i sottoscrittori dell’ultimo round, avvenuto nel 2019: Indaco Ventures, Five Seasons Ventures, Primomiglio e P101 sgr, primo investitore istituzionale di Cortilia, dalla sua costituzione, attraverso i veicoli P101 e Italia 500. A questi si è aggiunta Red Circle Investments, la società di investimenti di Renzo Rosso, entrata nel capitale della food-tech fondata nel 2011 da Marco Porcaro, amministratore delegato di Cortilia.

 

Delivery italiani supportati dall’equity crowdfunding.

Alfonsino, food delivery 100% italiano, ha concluso due campagne di equity crowdfunding nel 2020 con un capitale raccolto pari ad un totale di oltre 580.000 euro sulla piattaforma 200crowd da 224 investitori. Allarga la sua offerta e coinvolge nuove categorie di mercato. Non solo consegna di cibo, ma anche di fiori, farmaci, vino, integratori alimentari. Alfonsino inoltre si sta affermando nell’e-grocery, come attesta l’ultima alleanza siglata con Carrefour Italia. Sta inoltre cercando 2500 nuovi rider in tutta Italia, questo proprio per rafforzare ancor di più l’idea di delivery sempre più orizzontale, offrendo ai suoi clienti un’esperienza completa in termini di servizi forniti. Ad oggi Alfonsino è presente in 10 regioni italiane con più di 1300 ristoranti partner, 900 rider assunti e oltre 400.000 utenti. La mission di Alfonsino è quella di voler rendere più umano e familiare il rapporto tra chi consegna e chi riceve, per questo ha puntato sulla valorizzazione della figura del rider, nel rispetto dei diritti e delle tutele del lavoratore. Leggi la nostra ultima intervista a Dario Rauccio, Senior Marketing Manager di Alfonsino.

Winelivery, società fondata e guidata da Francesco Magro è la prima azienda in Italia ad aver lanciato attraverso “l’App per bere” il servizio di consegna a domicilio in 30 minuti e alla temperatura ideale di vino, alcolici, ghiaccio e soft drink in oltre 50 città italiane. Ha realizzato ben tre campagne di equity crowdfunding raccogliendo in totale oltre 1,7 milioni di euro sulla piattaforma CrowdFundMe da parte di più di 760 investitori. Leggi la nostra ultima intervista a Francesco Magro (CEO e cofondatore di Winelivery).

L’Orto di Jack, startup innovativa che ha l’obiettivo di digitalizzare la filiera distributiva del segmento ortofrutticolo, ancora frammentato e obsoleto, mantenendo standard qualitativi di prodotto alti e selezionati. Ha realizzato ben due campagne di equity crowdfunding sulla piattaforma Mamacrowd con un capitale raccolto pari a 2,4 milioni di euro da 255 investitori. Puoi approfondire l’argomento leggendo l’intervista che abbiamo riservato a Giuseppe Carciati, CEO e co-founder, e Alessandro Della Nina, CFO de L’Orto di Jack.

A proposito di “unicorni”.

unicorno
Immagine rappresentativa di un unicorno

Nel 2013, quando la venture capitalist Aileen Lee ha coniato il termine “unicorno”, immaginare che una startup tecnologica non quotata in borsa potesse arrivare a valere più di un miliardo di dollari era quasi un’utopia. 

A giugno 2021 però, la società di ricerca globale CB Insights ha decretato l’esistenza di esattamente 701 unicorni, per una valutazione complessiva di 2,254 miliardi di dollari.

All’interno della lista, si evidenziano anche alcuni decacorni, del valore di oltre 10 miliardi di dollari, e un ettocorno, del valore superiore a 100 miliardi di dollari

A marzo 2021 la Commissione europea ha presentato la “Bussola per il digitale 2030” riconfermando alcuni obiettivi chiave per il prossimo decennio. Tra questi, raddoppiare il numero di unicorni in Europa. Il 2022 sarà l’anno del primo unicorno italiano?

Yoox Net-A-Porter Group S.p.A., azienda attiva nel settore delle vendite online di beni di moda, lusso e design, è l’unica startup italiana che è diventata un unicorno.

Alcune startup che riteniamo molto promettenti a diventare unicorno sono le seguenti. 

Casavo, è una startup immobiliare tech-enabled privata con sede a Milano, Italia. La start up ha chiuso il 2020 con un valore delle vendite in crescita a tripla cifra. L’ultima raccolta di capitali ammonta a 200 milioni di euro, tra equity e debito. Un round di investimento Serie C da 50 milioni guidato da Exor, la holding controllata dalla famiglia Agnelli. E una linea di credito da 150 milioni da parte di Goldman Sachs. (fonte millionaire

Per stare al passo con uno sviluppo così rapido ed esponenziale, è stato necessario un notevole aumento delle risorse impiegate, che nel 2020 sono cresciute del 125% raggiungendo 175 persone di cui 153 Millennial.  

Si è passati da 24 persone coinvolte nel 2018 a oltre 200 nel 2020: un aumento del 725% che ha portato a un indotto di oltre 16 milioni di euro (+54% rispetto al 2019).

Successivamente vi è Satispay, il sistema di mobile payment indipendente dai circuiti tradizionali delle carte di credito e debito, conferma il proprio ruolo di leader nella transizione verso i pagamenti innovativi.  

La notizia fondamentale riguarda l’investimento da Tencent e da Square del co-fondatore di Twitter, in Satispay, operazione annunciata lo scorso novembre. Square e Tencent infatti hanno investito rispettivamente 15 milioni di euro in un affare che in totale vale più di 90 milioni di euro. Di questi 68 milioni sono stati confermati come nuovi capitali, altri 25 milioni sono stati destinati al passaggio di mano di quote di minoranza.

Satispay taglia inoltre il traguardo di 2 milioni di utenti. I pagamenti digitali nel primo semestre del 2021 hanno raggiunto in Italia quota 145,6 miliardi di euro (+23% rispetto al 2020), con una brillante crescita dei pagamenti da Mobile e da Wearable (2,7 miliardi). La fintech italiana rappresenta il 30% dell’intero comparto, con un numero di transazioni pari a 25 milioni. 

Abbiamo poi Banca AideXa, la fintech nata poco più di un anno fà, in piena pandemia. Lo scorso giugno ha ottenuto la licenza bancaria e ha già raccolto oltre 47 milioni di euro di investimenti. Offre prodotti e servizi a piccole e medie imprese e partite Iva. Ha sede a Milano, dispone di 46 dipendenti e conta di arrivare a 100 assunzioni entro il 2022. 

Infine vale la pena citare Scalapay, startup che offre soluzioni di pagamento dilazionate per e-commerce. Raccoglie infatti 155 milioni di dollari chiudendo un round serie A e raggiungendo quindi una valutazione da 700 milioni di dollari. Sin dalla sua nascita, Il modello Scalapay convince subito gli investitori, tanto che in due anni la fintech raccoglie 203 milioni di dollari. Il team raddoppia, arrivando a oltre 150 persone da gennaio 2021. Oltre 3000 sono i merchant che hanno integrato Scalapay nei loro sistemi, tra Francia, Italia, Germania, Spagna, e poi Portogallo, Finlandia, Belgio, Olanda, Austria (fonte millionaire). In questo caso il round è stato guidato da Tiger Global, con la partecipazione di Baleen Capital e Woodson Capital, investitori che si aggiungono ai precedenti Fasanara Capital e Ithaca Investments. I nuovi fondi serviranno ad ampliare team e far crescere le attività.

Altre startup che secondo la nostra visione sono molto promettenti corrispondono adI love poke”,  la prima catena di poke in Italia e “Credimi, leader dei finanziamenti digitali per le piccole e medie imprese in Europa.

Quale sarà secondo te il prossimo unicorno italiano?

Scopri i nuovi possibili unicorni italiani:

Hai correzioni o suggerimenti?

Scrivici a redazione@startupswallet.com

Avatar for startupswallet

startupswallet

Read Previous

Intervista ad Antonello Carlucci CEO Innovative-RFK

Read Next

Intervista a Mattia Assanelli founder di Bovì – Carne Genuina

Leave a Reply